Le frecciate che "non valgono un asse". ITALO INTERESSE sul Quotidiano di Bari
Dal Quotidiano di Bari di giovedì, 1 maggio 2025, pag.8
È uscito il secondo numero de La calce & il dado, rivista semestrale di letteratura
LE FRECCIATE CHE "NON VALGONO UN ASSE"
Numerose le novità rispetto al numero pilota: spazi di riflessione su figure femminili che appartengono al passato anche remoto, la presenza di figure giovani all'interno della sezione Poesia, la rubrica 'Voci dal mondo', quindi i 'Percorsi', incursioni in itinerari poetici consolidati e offerti come primizie al lettore; degna nota, infine, la collaborazione con il Centro Studi Cristanziano Serricchio
Varcato il Rubicone, quelli de La calce & il dado vanno avanti. Lo fanno a dispetto delle profezie di "poco disinteressate cassandre", dei colpi di tosse di polemisti ad oltranza e delle frecciate (che "non valgono un asse") provenienti dagli incauti che pretendono d'incamminarsi sulla strada della verità, notoriamente cosparsa di sassi, senza considerare che "non tutti hanno calzari adatti".
Nel pungente editoriale di Gianni Antonio Palumbo che apre il secondo numero del primo anno di vita di questo semestrale di letteratura, si condensa una febbre di qualità che contagia l'intero comitato scientifico che, diretto da Corrado Azzollini, si compone di Nicola Accettura, Vito Davoli, Marco Ignazio de Santis, Mariasole Di Cosmo, Giulia Poli Disanto, Giulia Notarangelo, Gianni Antonio Palumbo, Anna Santoliquido e Alfredo Vasco.
Aperto dalla bella copertina a cura di Michele Damiani e impaginato con appassionata raffinatezza da Vito Davoli, La calce & il dado II presenta numerose novità rispetto al numero pilota: spazi di riflessione su figure femminili che appartengono al passato anche remoto, la presenza di figure giovani all'interno della sezione Poesia, la rubrica 'Voci dal mondo', quindi i 'Percorsi', incursioni in itinerari poetici consolidati e offerti come primizie al lettore; degna nota, infine, la collaborazione con il Centro Studi Cristanziano Serricchio.
LA CALCE & IL DADO, ANNO I - NUM.2, Luglio-Dicembre 2024
Venendo ai singoli interventi, una ventina e tutti di alto livello, ci limitiamo a segnalare solo quello di marco Ignazio de Santis, il quale con attenzione commossa si dedica all'addio al mondo di Assunta Finiguerra, poetessa di San Fele scomparsa il 2009, sì che la sua ultima raccolta Tatemije, edita da Mursia, è uscita postuma nel 2010. La lunga, durissima lotta contro un male inesorabile ispira bersi che nella forza primigenia del dialetto nativo vivono di "ardite metafore, inusitati accostamenti verbali, cadenze profane, lacerti sacri, scoppi di rabbia e impennate di dolcezza": «Chi s'ha pigliate a vite d'Assunde...? M' avita dì chi! Chi è sta troje / o zòcchele de pagliara mbalsamate / o vammane cu re mmane assanguate / c'ha fatte nasce sierpe addoje capuzze!» (Chi si è presa la vita di Assunta? Dovete dirmi chi è questa troia o zoccola di pagliaio imbalsamata o levatrice con le mani insanguinate che ha fatto nascere una serpe a due teste).
Il pensiero della morte («quera puttuane ca gode sule orgasme murtuacine» - quella puttana che prova solo orgasmi macabri) esacerba l'animo: «Dije ne rijale amore e malatije / u diavele piacere e ddannazzione» - Dio ci regala amore e malattie, il diavolo piacere e dannazione).
Il tormento tuttavia non allontana la poetessa dalla fede: «Damme na mane ca stache affunquanne / damme nu fiore ca stache murenne / damme nu surse de ciele mbuttiglije... Dije d'amore, Dije belle e mestere» (Dammi una mano che sto affogando / dammi un fiore che sto morendo / dammi un sorso di cielo in bottiglia / Dio d'amore, Dio bello e mistero).
"Il cantiere ferve" chiude Palumbo, il quale sceglie di tacere a proposito dei tanti progetti in cantiere, "ne quis malus invidere possit". Insomma, come dicevano gli Antichi, l'invidia arriva. Per cui, si accarezzino corni e gobbe, mentre si continua a lanciar dadi.
Italo Interesse