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Il canto silenzioso: ALBA DE CÉSPEDES rivisita il mito delle sirene

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La raccolta Fuga e Varie , che Mondadori pubblicò nel 1940 e a cui seguirono ben undici ristampe, si presenta oggi come una fucina di sperimentazione letteraria cui Alba de Céspedes dedicò notevoli sforzi in termini di innovazioni stilistiche e rielaborazioni tematiche. Numerosi topoi e miti di tradizione classica attraversano il nerbo della raccolta e vengono magistralmente contaminati dall’autrice che dà vita a una serie di rivisitazioni rispondenti a un gusto assai contemporaneo. È il caso di uno dei racconti conclusivi della raccolta, Incontro con la sirena : l’isola descritta da Alba e che fa sfondo alla vicenda è l’inevitabile risultante di una tradizione retorica che a partire dagli anni Trenta del XIX secolo ha riscosso una fortuna senza precedenti. Da Barrie a Joyce il mito della sirena sembra intimamente connesso (ne è quasi dipendente) all’immagine di un’isola misteriosa, che non compare sulle mappe, circondata com’è da una fitta nebbia che impedisce ai marinai di scovarne i...

L'anima e l'infinito. GIULIANA BRESCIA nel cinquantenario della morte (1945-1973)

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Un verso può uccidere, lo asseriva un giovane autore serbo di cui Daniele Giancane e io ci siamo occupati nella collana “Poeti del mondo” da noi diretta per vari anni. Mi riferisco a Branko Miljković (1934-1961) e al volume Le acque cieche dello Stige edito a Bari da La Vallisa, a dicembre 1994, con scelta dei testi e traduzione di Dragan Mraović. Una silloge suggestiva, con un epitaffio mozzafiato: «Mi ha ucciso la parola troppo forte».  La vita e la morte, il vuoto e il nulla erano delle costanti dell’autore di Niš, ritenuto tra i maggiori della poesia serba del XX secolo. Erudito e bohémien , amante dei classici (Ovidio, Lucrezio, Dante, Petrarca, Ariosto, Leopardi, Manzoni), si considerava «il pronipote dei simbolisti e il nipote dei surrealisti» secondo quanto attestato dallo scrittore Vidosav - Vice Petrović, conterraneo e amico d’infanzia del poeta.   Miljković vagava tra Belgrado e Zagabria, sfidando i giorni e i segni. Si suicidò nella notte tra l’11 e il 12 feb...

Fresco di stampa il nuovo studio sulla poesia di ANNA SANTOLIQUIDO a cura di GIANNI A. PALUMBO

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Sono trascorsi quarantatré anni da I figli della terra . Dopo quella silloge altri libri – da Ofiura a Città fucilata al volume italo-polacco – hanno puntellato il percorso di Anna Santoliquido , che ha coniugato l’attività di animatrice culturale, quale fondatrice del Movimento Internazionale “Donne e Poesia”, con la bellezza di una scrittura poetica visionaria e struggente, radicata nel mondo contadino e al contempo propensa alle contaminazioni.  La passione per lo studio della lingua e la sua felice rimodulazione nel verso si accompagnano alla professione di anglista e alla fascinazione del dialetto forenzese, idioma del piccolo mondo premoderno cui Santoliquido è legata. Gianni Antonio Palumbo (a cura di), IN ASCOLTO AI CROCICCHI. Anna Santoliquido tra poesia e teatro , Edizioni Solfanelli 2025, [ISBN-978-88-3305-559-6] Acquista il testo sul sito dell'editore Questo volume raccoglie atti di giornate di studio e contributi critici relativi alla produzione dell’autrice. Senza i...